Dopo tanto tempo, un ricordo ancora vivo.

Dopo tanti anni, e sono quarantotto, resta sempre vivo nel nostro inconscio e nel cuore dei protagonisti il ricordo di quei terribili momenti. Bastarono pochi minuti, per causare una tragica ed immane sciagura che, irreparabilmente da subito, impose una svolta che cambiò per sempre l’esistenza del popolo friulano. Era la sera del 6 maggio del 1976, improvvisamente, una furia distruttiva squarciò il silenzio e, per quasi un minuto, scosse violentemente la terra, i monti e tutti i fabbricati, distruggendo tutto ciò che incontrava sulla superfice terrestre. Le persone che hanno vissuto quei terribili momenti non dimenticheranno mai; è praticamente impossibile scordare quei drammatici attimi. Poi, solo dopo, ancora frastornati e molto spaventati, lentamente nella confusione ci si rese parzialmente conto dell’accaduto. Regnava la paura, lo smarrimento, la distruzione, lo sconforto, un frastuono polveroso, le grida disperate, i feriti e purtroppo, il giorno seguente si seppe anche di molte vittime. Era una vera catastrofe! Un fenomeno inaspettato e sconosciuto che, nel bene o nel male, da quel momento cambiò radicalmente la nostra esistenza. Pertanto oggi, 6 maggio, nella commemorazione dei terribili avvenimenti accaduti allora, non ci scordiamo di ricordare la vicenda, perché oramai, fa parte della nostra vita vissuta… Penso che ognuno di noi custodisca, nel proprio cuore, i suoi ricordi personali di questa brutta “esperienza”. Nel tempo, abbiamo sentito raccontare molte testimonianze, diverse fra loro ma complementari. Storie ricche di sgomento con disorientamento e tanta paura, affrontate con il coraggio e la grande forza di sopravvivenza. Momenti terribili che ognuno di noi, non vorrebbe assolutamente più rivivere, ma che semplicemente, non riesce a scordare. Mandi a ducj.

Pasqua 2024 – I nostri auguri.

Quest’anno, come tutti ben possono constatare, pare che non passeremo certo una Pasqua tanto serena. Non sono questi tempi pacifici; ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi scontri, morti, violenze, attentati e varie atrocità ed ingiustizie. Siamo circondati da parecchi conflitti bellici che generano solo morte, distruzione e molte sofferenze. Dobbiamo assistere, quotidianamente, a notizie allarmanti e prepotenti dichiarazioni, a volte anche con minacce all’uso di ordini nucleari … Pare proprio che, chi governa i vari Paesi, non abbia proprio la serenità e la tranquillità nel prendere giuste e ponderate decisioni; soprattutto, a parer nostro, manca l’intelligenza per prendere consapevolezza dei veri valori della vita, del vivere comunitario, tutti insieme, garantendo un’esistenza equa e semplicemente dignitosa per tutti gli esseri umani. Troppe sopraffazioni, troppe disparità, sia economiche che sociali, le quali generano solo ingiustizie, privazioni e sofferenze. Il periodo che stiamo attraversando non è per niente bello e nemmeno facile da condividere ed accettare. Ci sentiamo insicuri, angosciati e minacciati dagli eventi. C’è parecchia confusione, manca la chiarezza d’intenti e pertanto, non sappiamo dove andremo a parere. Tutto questo genera un futuro incerto ed imprevedibile, niente di bello però… Come sempre, nonostante tutto questo, nutriamo ancora la speranza di un cambiamento e cogliamo l’occasione, delle festività Pasquali, per porgere a tutti voi ed alle rispettive famiglie, i migliori auguri di passare una Pasqua in tranquillità con i propri famigliari ed amici. Dunque, mettiamocela tutta nel cercare di superare e migliorare questo periodo incerto. A tutti, tante belle cose e buona Pasqua.  

Ancora tanta paura

Ieri sera, mercoledì 27 marzo 2024 alle ore 22.20 circa, ancora tanta paura per un’improvvisa scossa di terremoto con intensità di magnitudo 4,5 gradi; con epicentro localizzato nella zona del Comune di Socchieve. Pare non ci siano stati danni, almeno non segnalati, ma abbiamo vissuto momenti di inquietudine e preoccupazione per un eventuale escalation dell’evento. Forte preoccupazione, soprattutto, nei paesi vicini all’epicentro dove pare, ci siano volute alcune ore perché ritorni la calma e le persone potessero andare a dormire tranquillamente. La scossa è stata avvertita in tutta la Regione FVG. Sono questi, fenomeni che rievocano fatti e situazioni passate, brutte esperienze, che non vorremmo si riverificassero. Ora si spera che il fenomeno tellurico sia occasionale e faccia parte di un normale percorso di assestamento e non si aggravi ulteriormente.

Terminato il lungo calvario

Assoluzione, pronunciata in primo grado con l’udienza di martedì 26 marzo 2024, presso il Tribunale collegiale di Trieste, per il nostro compaesano Enore Picco. Termina così, finalmente, il lungo calvario giudiziario durato oltre dodici anni dall’avvio del procedimento. Momenti di grande gioia e personale soddisfazione, si presume, alla lettura della sentenza di primo grado. “Finalmenti.. a ere ore” il commento di molte persone che in paese hanno appreso, positivamente, la notizia. Una vicenda che ha pesato e penato non poco sulla persona, direttamente coinvolta e sulla propria famiglia, che oggi trova così, un giusto e felice traguardo. Lasciando i personali commenti pubblichiamo, per gli interessati, copia dell’articolo apparso oggi 28 marzo 2024 sul quotidiano Messaggero Veneto, che ne spiega meglio i risvolti giudiziari della vicenda stessa. Buona lettura.

Ad Interneppo… è nata una nuova bambina

“La notizia più bella da dare al mondo, la nascita di una nuova vita”. Come condividere questa grande gioia? Dalla frase ad hoc, all’immagine più carina e divertente: perché non basta scriverlo su Facebook, Instagram o nel gruppo Whatsapp per stupire parenti, amici e conoscenti con l’annuncio dell’arrivo della cicogna in paese. Nel pomeriggio di ieri, 23 febbraio 2024, presso l’ospedale di Tolmezzo, è nata Matilde. Una bellissima bambina che ha portato tanta felicità e grande gioia alla mamma Laura ed al papà Manuel, per il nuovo arrivo, tanto atteso.

Finalmente, il colorato evento da condividere con la sorellina Ginevra che da parecchio tempo aspettava la sorellina, con trepidazione, per poter giocare assieme. Pare che, da più di qualche giorno, con ansia, scrutasse il cielo per riuscire a veder arrivare in volo “la cicogna” ma, come ben si sa, non è per niente facile; anzi, pare proprio, molto difficile riuscire a vederla… Molto contenti sono anche i nonni; sia paterni che materni, che aggiungono un’altra nipotina alla loro esperienza di vita. Dunque, appena saputo la notizia, momenti di allegria e vivacità nel borgo “Insomp la Vile” ad Interneppo, ed anche nel resto del paese. Un lieto evento che, come succede in questi casi, rallegra e soddisfa tutti i paesani. Da parte nostra, un grande abbraccio ed un sincero augurio di benvenuto alla nuova “Tarnebane”. Tante e tante belle cose per Matilde, che certamente, saprà portare una nuova ventata di felicità e speranza nella nostra piccola comunità. Augurons e ben rivade Matilde

Interneppo: i grandi lavori degli anni sessanta.

Veduta panoramica del paese di Interneppo, nei primi anni 60′.

Parecchi compaesani si ricorderanno che, verso la metà degli anni 60’ il paese di Interneppo venne interessato da importanti lavori pubblici. Il grosso degli interventi consisteva nel tamponamento del Rio Costa, un consistente corso d’acqua che attraversa, ancor oggi, l’intero abitato. Questo Rio, a cielo aperto per lunghi tratti, creava non poche problematiche di accesso alle abitazioni vicine, era poco igienico ed inoltre restringeva vistosamente la sede stradale. Pertanto, si diede atto ai lavori di rifacimento, in calcestruzzo, dei muri spondali, con opportuno abbassamento e getto del piano di scorrimento dell’acqua e conseguentemente, venne attuata la relativa copertura dei tratti ancora aperti. Vennero predisposti anche i relativi scarichi delle acque piovane, posate le bordure dei marciapiedi con le relative caditoie, lungo tutta la strada principale. Inoltre si completò la posa ed il miglior utilizzo dell’acquedotto comunale con la costruzione di una rete pubblica più efficiente e il rifacimento di una nuova fontana pubblica, sempre sulla piazza principale. Dalla rete idrica principale vennero diramate le condutture, anche alle vie secondarie, atte ad alimentare tutte le utenze private e quindi garantire la relativa fornitura, di acqua potabile, a tutte le abitazioni. A tal proposito, alcuni si ricordano dei propri allacciamenti, realizzati poi, come ci raccontano, fino dentro casa, a servire il proprio lavandino della cucina. L’intervento, ci spiegano, veniva attuato quasi tutte le volte, da parte di Imolo Picco, un idraulico di Bordano. Infine, proseguendo l’intervento pubblico, vennero ultimati i lavori, predisponendo il manto stradale con posa e livellamento di apposita ghiaia per poter completare il tutto con la tanto attesa stesura dell’asfalto. Era la prima volta, in assoluto, che la strada principale dell’abitato veniva asfaltata. Che meraviglia, non pareva vero… Tutto d’un tratto il paese si era trasformato ed anche alcune vie, compreso il piazzale della chiesa, parevano molto più grandi e molto più funzionali. Avevamo finalmente, anche noi, una strada ampia, scorrevole e pulita. Era il 1966 e, in tutta la Nazione, proseguivano gli anni della crescita e dello sviluppo economico. Bei momenti veramente, con tanta soddisfazione ed un barlume di speranza anche per la frazione di Interneppo. Ora, a distanza di sessant’anni, per rendervi partecipi di tale evento, abbiamo racimolato alcune immagini dell’epoca, scattate alla rinfusa da un anonimo fotografo, che ringraziamo, ed abbiamo creato una semplice composizione fotografica che documenta, speriamo al meglio, quei momenti. A tutti, buona visione e mandi. Per vedere il video, premere qui : – “ Interneppo: i lavori degli anni sessanta .

Auguri.. di un Buon Anno

Buon Anno a tutti… Vogliamo augurarvi vivamente, sperando che questa volta s’avveri veramente, un anno di pace e serenità. Si perché lo avevamo fatto anche l’anno appena trascorso, ma purtroppo, questo non si è realizzato ed abbiamo assistito, nostro malgrado, solo a guerre, causa di morte, sofferenza, violenze e distruzione. Così tanto che oramai, almeno pare, tutto questo faccia parte della nostra vita quotidiana, nell’indifferenza di molti. Poveri tutti noi, che ci lasciamo dominare dai potenti o prepotenti, come dir si voglia, portatori solamente di biechi interessi personali e nulla più. Tant’è che il divario economico, tra ricchi e poveri, aumenta a vista d’occhio. Inesorabilmente aumentano ogni anno le famiglie in povertà. Pare proprio che non tutte le persone possano vivere un esistenza serena e dignitosa. Perché tanta disuguaglianza? Ora però, festeggiando l’anno nuovo, vorremmo essere felici e veder realizzare qualcosa di diverso, di concreto, di veramente efficace per tutti. Chissà che non sia la volta buona per cambiare qualcosa.. Fiduciosi, vi proponiamo questa immagine, realizzata nei nostri paesi, con uno sguardo lontano verso la luce della speranza, verso la pace, auspicando a tutti un mondo migliore; ne abbiamo veramente bisogno. Pertanto, cogliamo l’occasione per porgere a tutti sinceri auguri di una vita serena, in buona salute. Buon Anno e mandi a ducj.

Gli auguri di Natale

Come ogni anno, fra variegati addobbi e tante luci strabilianti, siamo finalmente arrivati al Santo Natale. E’ questa sicuramente, in assoluto, la festività più sentita ed amata dalla nostra gente. Vorremmo trascorrerla insieme ai rispettivi famigliari ed amici, in tranquillità e con tanta felicità. Purtroppo, questo non sempre è possibile. Un vero peccato, dove le problematiche di salute, di lavoro, di sostenibilità economica e serenità individuale non sempre ci permettono di realizzare il nostro intento. Ed è per tutto questo che in questo momento di gioia e di speranza, non scordandoci di nessuno, vogliamo portare a tutti, un caloroso abbraccio ed un sincero augurio che, dal profondo del cuore, giunga a tutti voi e alle vostre famiglie. Tanti e tanti auguri di poter trascorrere un felice e sereno Natale.  Da Interneppo-TarnepBon Nadâl e mandi a ducj”.

Interneppo, il regalo di un amico: “un ricordo in punta di matita”.

Con questo articolo vogliamo parlarvi dell’artigiano Luigi Mirolo, classe 1928, nativo di Spilimbergo e residente a Udine. Noto e appassionato mosaicista friulano, ci ha lasciati quattro anni or sono nel dicembre 2019, all’età di 91 anni. Sono moltissime le opere realizzate dall’artista nel corso della sua lunga carriera a decorazione di spazi religiosi, in prevalenza, ma anche civili, in numerosi luoghi del Friuli Venezia Giulia. Per un cenno sulla sua storia e la sua arte: “il mosaico”, possiamo dire che era molto di più di un “artigiano”, era un grande maestro. – L’avventura creativa di Gigi era cominciata nel 1958, con il primo intervento a Udine, nella chiesa del Sacro Cuore: il grandioso mosaico del Cristo, su disegno di Ernesto Mitri. Ma prima dell’approdo in Via Cividale c’erano stati i cinque anni di studio alla scuola di Spilimbergo, in tempo di guerra. Poi il servizio militare a Udine alla Spaccamela, gli aveva fatto scoprire “il borgo delle caserme”, dove aveva trovato anche la ragazza giusta, Italia, diventata sua moglie e preziosa collaboratrice nel comporre le trame musive.

Ma prima di mettere radici a Udine aveva conosciuto anche la strada dell’emigrazione come piastrellista in Francia. Il lavoro di artigiano-artista di Gigi Mirolo fu costellato da incontri e sodalizi determinanti. L’incontro col parroco del Sacro Cuore, don Amelio Pinzani, che nel 1963, gli aveva commissionato anche l’ammiratissima Via Crucis, disegnata da Luciano Del Zotto (inizialmente accolta con qualche perplessità perché “considerata troppo moderna rispetto al Cristo dell’abside”). Il sodalizio con Mitri, noto pittore e insegnante udinese, lo aveva portato anche alla realizzazione del pannello esterno della scuola di Via Pordenone (I960) e del battistero di San Pio X (1964). Successivamente il maestro si affidò a bozzetti da lui stesso prodotti. Un’impronta forte è stata lasciata, dal mosaicista, anche a Bordano, nel “paese delle farfalle”: sul timpano del nuovo municipio dove ha raffigurato lo stemma del Comune, con un sonetto da due colorati lepidotteri. Inoltre, insieme ad un gruppo di amici, ha creato il suggestivo rivestimento al bancone della reception, nella Casa delle Farfalle. A nostro avviso però, sempre per l’amicizia con l’allora sindaco di Bordano Enore Picco, la sua opera più popolare rimane ancora il meraviglioso omaggio al fondatore e leader dei Nomadi, Augusto Daolio; creando un singolare mosaico che raffigura il musicista-poeta-pittore, scomparso nel 1992.

L’opera fu realizzata ed inaugurata presso il Centro scolastico di Bordano, dove ancor oggi si può ammirare. Il bellissimo mosaico, raffigura il celebre musicista col contorno del pentagramma (… io vagabondo…), della tavolozza e di un’immancabile farfalla. Da sottolineare inoltre che, nel tempo, dal 1993 si dedicò anche all’insegnamento ed alla trasmissione del suo sapere, presso l’Università della terza età di Udine e Cividale. Infine, per quanto ci riguarda più da vicino, vi segnaliamo che già nel 1969, all’età di 41 anni, Luigi Mirolo “Gigi” per gli amici, era passato qui da noi ad Interneppo e, per vari impegni di lavoro, aveva anche soggiornato per un periodo. Il grande Gigi, una persona veramente singolare, già allora amante dell’arte e delle composizioni artistiche, osservando il fantastico paesaggio circostante si soffermò nella composizione di alcuni disegni illustrativi riguardanti il nostro bel paese ed il lago sottostante. Disegni che volentieri ci ha lasciato e donato a suo tempo. Per noi dunque rimane: “un ricordo in punta di matita”; il tutto immortalato dal suo genio artistico e dai suoi occhi da attento osservatore. Abbiamo così creato una breve video-composizione per far conoscere “a tutti”, anche a chi non ha mai avuto la fortuna di conoscerlo, queste meraviglie artistiche. Uno splendido ricordo e ne siamo a lui veramente grati, che merita da parte di tutti un incondizionato grazie. Dunque, caro amico Gigi, che ci osservi da lassù: mandi e grazie di cûr, da part di ducj i Tarnebans.

(Alcuni brani, sono tratti dall’articolo del Messaggero Veneto del 22 Aprile 2002 -Luigi Mirolo, l’artigiano-artista del mosaico).

Per vedere il video, premere qui : – ” Un ricordo in punta di matita “.


 

 

Tradizionale domenica sul S. Simeone

Orpo.., a rive la fumate.

La prossima domenica, 3 settembre 2023, come oramai da tantissimi anni, si ripete il tradizionale pellegrinaggio alla storica chiesetta sul monte S. Simeone. Quest’anno si riprende la normalità e, come di consuetudine, sarà celebrata anche la S. Messa, sempre all’esterno della chiesetta, con inizio alle ore 11.00. Purtroppo, l’anno scorso, tutto questo non c’è stato. Ora, la strada è stata riaperta, agevolando di conseguenza, la comoda percorrenza con i mezzi a motore e così, molte persone, avranno modo di raggiungere la sospirata meta.

L’antica tradizione ci narra: – di pellegrini che, di buon mattino, prima del sorgere del sole, salivano al monte insieme, in piccoli gruppi, tutti a piedi, percorrendo i diversi sentieri o lungo la strada, costruita a fine anni 30’. C’è chi ricorda silenziosi passaggi nell’oscurità mattutina, di gruppi di persone, con anziani, molte donne e parecchi bambini; a malapena si udivano, fra loro, fievoli e sporadici discorsi. Altri invece ricordano, in anni più recenti, gruppi di giovani, questi più rumorosi ed allegri, affrontare la salita in musica accompagnati da mangiadischi o da moderne radio. Comunque, il passo era sempre agile e sicuro, a volte anche provato dal peso dello zaino sulle spalle. Pertanto, non mancava qualche breve sosta, per prender fiato e rincuorarsi; e poi via, via di nuovo verso un obiettivo comune. Nel mentre, si faceva lentamente giorno e compariva il sole, da dietro i monti verso est, quando quasi tutti erano già arrivati a buon punto del percorso. Ai primi raggi di luce, che trafiggevano le chiome degli alberi, si illuminava vistosamente il paesaggio e si avvertiva una grande soddisfazione! Davanti agli occhi un panorama magnifico, uno spettacolo unico, trovarsi sugli ultimi pendii del monte, nel veder nascere un nuovo giorno. Ammirare il tutto in silenzio ed in compagnia dei propri famigliari, degli amici e dei conoscenti. Poi, arrivati sui prati in cima, la giornata trascorreva più o meno come ai tempi odierni; allegramente festosa e spensierata con amici e compaesani.

Ma… sono purtroppo ricordi oramai passati, anche l’usanza, divenuta a suo tempo “vecchia” è stata, in buona parte, corretta e trasformata. Infatti oggi, sembra, siano rimasti veramente in pochi ad affrontare il percorso a piedi. Complimenti a loro che continuano a rivivere queste antiche usanze. Domenica, se il meteo sarà clemente, si prevede una significativa adesione, di parecchie persone. Ci sarà un po’ di confusione? Dai speriamo in bene, che tutto vada per il meglio, auspicando da parte di tutti, un comportamento intelligente e rispettoso. Da parte nostra, auguriamo a tutti i partecipanti, una bellissima giornata ed un felice soggiorno. Mandi ed un arrivederci in cima..

Alleghiamo alcune foto degli ultimi anni: